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“The Untouchable”
Cos’hanno in comune un “tranquillo” week end sportivo trascorso a giocare sulla spiaggia, con un film cruento come quello di Brian de Palma (The untouchables, appunto) del 1987?
Apparentemente nulla.
Allora gli “Untouchable” erano considerati gli affiliati del clan di Al Capone, magistralmente interpretato da Robert de Niro, oggi gli intoccabili sono diventati i nostri figli.
Ma andiamo per gradi…
Maggio 2010, Igea Marina, in una riviera che se ne sta inventando di ogni per rianimare una zona che da troppo tempo campa di rendita a suon di piade, bagni iper organizzati ed alberghi dall’aria Amarcord, si gioca un mega torneo di beach volley sulla spiaggia. L’occasione è imperdibile, un po’ per quella voglia d’estate che fatica ad arrivare, un po’ per far divertire le mie ragazze da troppi mesi pressate da impegni scolastici e da genitori iper protettivi. I partecipanti sono tutti alloggiati negli alberghi fronte mare ed il target del torneo è larghissimo: ragazze e ragazzi, dai 10 ai 18 anni, dirigenti inclusi, possono partecipare alla gara.
Fiiigo!
All’arrivo ci troviamo a condividere il nostro albergo con una mandria di ragazzini iperattivi di 11 anni, accompagnati da genitori, tecnici ed allenatori e là, come direbbe il grande Battisti, ho visto la mia fine sul loro viso.
Infatti, tutte le nostre perplessità, non tardano a diventare realtà: porte che sbattono a qualsiasi ora del giorno, urla durante il pranzo e la cena, tv accese nel cuore della notte, cibo puntualmente finito, “bruciato” come da una mandria di bufali, “ciabattate” sulle scale, urla e schiamazzi ovunque… e se a tutto ciò aggiungiamo camere umide chiuse da mesi, cibo stile mensa, acqua tiepida a singhiozzo, si capisce che l’inferno dantesco, a confronto, è un villaggio Valtur!
Tutto questo succedeva , sotto gli occhi di genitori e dirigenti inermi, quasi intimoriti dalla forza del “clan impazzito”.
Ora… chiamatemi matusa, intollerante, insensibile, poco propensa alla maternità, ma la domanda di oggi è, duepunti, nota a tutti la complessità dell’educare, cosa distingue un genitore da un educatore? (continua…)
Barbara Fontanesi
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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